Il Bacio Della Tempesta by Hamilton Laurell Kaye

Il Bacio Della Tempesta by Hamilton Laurell Kaye

autore:Hamilton, Laurell Kaye [Hamilton, Laurell Kaye]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ro
ISBN: 9788842916802
editore: Nord
pubblicato: 2010-07-14T22:00:00+00:00


CAPITOLO 12

Restò distesa sulla superficie dell'acqua come se galleggiasse, impalata su una fila di ossa appuntite che le spuntavano dalla gola, dal petto e dall'addome. Sanguinava, incapace di muoversi da lì, come un pesce infilato da terribili arpioni.

Credo che Sholto e le sue guardie si aspettassero che si alzasse dai resti di quell'antico animale, semplicemente tirandosi fuori dalle sue spine dorsali. Agnes, più degli altri, sembrava attendere che lo facesse, per nulla preoccupata. «Avanti, Segna, alzati.» Il suo tono era impaziente.

Segna agitò le gambe in una serie di scatti convulsi, esponendo le sue parti più intime e continuando a perdere sangue mentre si contorceva. Sotto il mantello indossava solo un cinturone, da cui pendevano la spada e una borsa di pelle. Il suo corpo era più grosso di quello di una donna umana, ma magro e ossuto, come se avesse sofferto la fame.

Vidi la paura sul suo volto, in quegli occhi spalancati. Non si sarebbe alzata da lì. Talvolta il fatto di essere mortale mi aiutava a riconoscere prima degli altri una ferita da cui non c'era scampo, perché a livello viscerale sapevo che la morte era una possibilità. Le creature immortali, o quasi immortali, non capivano che quella sorte poteva travolgere anche loro.

«Ivar, Fyfe, aiutatela.»

«Con tutto il rispetto, re Sholto, vorrei restare qui. È meglio che sia Agnes a scendere nell'acqua», disse Fyfe.

Sholto fece per discutere, ma Ivar lo precedette: «Noi non osiamo lasciare Agnes da sola con te. La principessa ha le sue guardie, ma tu rimarresti senza protezione».

«Agnes non mi aggredirà.» Lo sguardo di Sholto era però fisso su Segna, come se finalmente capisse quanto fosse grave la situazione.

«Noi siamo le tue guardie, e i tuoi zii. Verremmo meno al nostro dovere se ti lasciassimo solo con Agnes, in questo momento», replicò Ivar. Qualcuno avrebbe potuto aspettarsi che i nittalopi emettessero strida sgraziate, lui pigolava invece come un uccello canoro... o come avrebbe pigolato un uccello cercando di pronunciare parole umane. La maggior parte dei nittalopi dava quell'impressione.

«Segna è una strega notturna. Delle stupide ossa non possono ferirla», disse Agnes.

«Sono caduto su un osso, entrando nel vostro giardino», fece Abe, e le mostrò il suo avambraccio bendato. Il sangue aveva intriso buona parte della stoffa.

«In queste ossa c'è ancora una magia antica», spiegò Doyle. «Alcune appartengono a esseri che davano la caccia ai sidhe e agli altri sluagh prima di essere sottomessi dai vostri primi re.»

«Non farmi lezioni sulla mia gente», ribatté Agnes.

«Io ricordo un tempo in cui Agnes la Nera non faceva parte degli sluagh», sussurrò Rhys.

Lei lo guardò storto. «E io ricordo un tempo in cui tu avevi un altro nome, cavaliere bianco.» Sputò. «Tutti e due siamo molto diversi da ciò che eravamo.»

«Vai con Ivar, Agnes. Vai ad aiutare tua sorella», disse Sholto.

Agnes si accigliò. «Non ti fidi di me?»

«Una volta mi fidavo di voi tre più di ogni altro. Ma voi mi avete aggredito prima che quei Seelie mi catturassero. Mi hai fatto sanguinare.»

«Perché stavi cercando di tradirci con una sgualdrina dalle carni bianche.



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